giovedì 6 settembre 2012

Biking with no hands. Intervista a Giada Ganassin


Il titolo del post è il titolo che Giada ha dato a questa fotografia. Bello tutto: titolo, fotografia, Giada. E quella strada già percorsa e quella da percorrere. L'ho incrociata su Tumblr, mi ha colpito un suo disegno e l'ho cercata. Chiacchiere. E in mezzo esami e vacanze. E di nuovo chiacchiere e sogni di palme un po' magiche. Domande, un mucchio. Troppe, ma la voglia di capire cosa c'è nella testa di una ragazza che studia all'estero è molta. Dopo Marta, un'altra giovane donna in cammino. Eccola in parole e disegni.

Giada - Sono nata a Ivrea, una piccola città vicino a Torino, ma non mi sono mai sentita di "appartenere" a quel posto. Credo questo sia dovuto al fatto che mia madre non si sia mai sentita parte di quella città - lei è nata e cresciuta a Imola (Bologna) e si è trasferita a Ivrea dopo aver conosciuto mio padre. Credo che il suo "non sentirsi a casa" in quella città mi sia stato trasmesso. Così appena ho finito il liceo mi sono trasferita a Torino, a vivere con amici.
Lì ho iniziato a studiare Lettere ma ho avuto subito la sensazione che la facoltà insegnasse solo a ripetere concetti pronunciati da altri e fosse un castello di pensieri poco concreti. Così, malgrado la mia passione per le materie umanistiche, ho deciso di iniziare a lavorare e a settembre provare ad entrare al Politecnico (sempre a Torino) per studiare Graphic Design. Quella mi sembrava la facoltà e la strada adatta a riportare la teoria e le parole della letteratura e della filosofia che tanto mi piacevano in forma concreta, in segno grafico... a rendere la teoria "visibile" insomma. Nel frattempo avevo iniziato a disegnare, un po' per sfogo.



Viaggio - La mia idea di viaggio (che per me coincide con l'idea di vacanza) è camminare in ogni angolo, scoprire, guardare tutto, fotografare, parlare, essere stanchi ma felicissimi. Quest'anno è stato molto ricco in materia di viaggi. Forse ho trovato il compagno di viaggi perfetto ed andare anche solo a due fermate di treno da casa sembrava una cosa speciale. Avevamo gli stessi interessi e aspettative, formavamo un team perfetto e riuscivamo a cavarcela sempre. Per di più abbiamo mangiato un sacco di gelati.

Casa - Ho lasciato casa dei miei sei anni fa. Ho cambiato tante case da allora, ma non ho mai avuto una stanza tutta per me. Ho sempre condiviso perché sono autonoma, pago io l'affitto. Ho vissuto due mesi a Berlino l'anno scorso per un tirocinio. A Düsseldorf sono arrivata a settembre per il progetto Erasmus. E finalmente ho una stanza tutta mia.



Radici - I ricordi sono molto importanti per me, forse la cosa più importante, strettamente legata agli odori. Quando torno a casa mi sento un po' in un'altra dimensione ma quando sono fuori casa non ne sento la mancanza, con skype tutto è più facile e mi adatto facilmente ad ogni nuova situazione. Ho amici sparsi un po' ovunque, quindi se penso a "casa" penso più alla mia famiglia in senso fisico. Se guardo agli amici allora ho una casa in ogni parte del mondo e questo credo sia molto bello.



Studio - Studiare all'estero è semplicemente diverso. La mia esperienza di un anno in Germania mi ha inserito in dinamiche professore - alunno che prima mi erano del tutto estranee. Credo all'estero ci sia uno spirito più collaborativo tra chi è preposto all'insegnamento e chi si trova nella posizione di imparare sicché si ha sempre questo scambio che arricchisce entrambe le parti. Nella mia università italiana ho sempre percepito un'eccessiva alterigia da parte dei professori che non aiuta l'apprendimento o la serena atmosfera scolastica. E poi l'università tedesca è gratuita, quella italiana invece costa tanto e fa sentire non valga quel che costa.

Germania - Quando sono in Germania mi guardo intorno e vedo silenzio e tranquillità. Ho preso alcune abitudini, qui: il caffè to go, comprare shampoo da DM e vivere la giornata in modo più rilassato. L'abitudine italiana a cui non rinuncio è il caffè con la moka la mattina (con cui ho contagiato tutte le mie coinquiline), le cene insieme e lasciare la porta della camera aperta sì che ognuno possa affacciarsi e scambiare quattro chiacchiere. La Germania è un paese molto diverso dall'Italia e i tedeschi sono molto diversi dagli italiani, diciamo così. Vivere all'estero mi ha aiutato ad essere consapevole degli errori italiani cosìcchè ora ogni volta che sono in italia mi sento un po' turista e non troppo "a casa". Ogni volta che torno in Germania invece penso agli aspetti italiani che la Germania dovrebbe un po' adottare.

Creatività - Vedo la creatività come un'attitudine. Vivere in modo creativo significa saper imparare qualcosa da ogni situazione e da ogni momento della giornata, archiviarlo e poi approfondirlo o elaborarlo nelle situazioni future... essere creativi significa non annoiarsi mai.
Penso quindi che la creatività sia in nuce in ognuno di noi e stia alla persona il volerla o poterla potenziare. Per quanto mi riguarda credo che mia madre sia stata molto importante nella scoperta della mia parte creativa; sin da piccola mi ha abituato a leggere, guardare immagini, disegnare, mi ha raccontato storie e trasmesso un po' del suo animo sognatore. Poi il liceo classico è stato un altro tassello molto importante.
Lavoro - Il primo anno di università ho iniziato a lavorare durante i fine settimana per pagare l'affitto della piccola stanza a Torino, ero cassiera all'Ipercoop. Poi ho lavorato in una libreria, ho fatto volantinaggio per un ristorante e altri lavori saltuari. I progetti di illustrazione realizzati finora non sono mai stati remunerati. Credo che internet offra la possibilità di una diffusione del proprio lavoro enorme, certe volte me ne stupisco anch'io - sebbene ne sia consapevole.


La comunicazione - Credo che la comunicazione di sé nel mondo virtuale consista molto spesso un po' nel  creare un personaggio. Uso molto i social network ma non penso di presentare un'altra me ad un pubblico... anche se mi piace un sacco usare photobooth ! Nei miei disegni c'è sempre molto della mia vita ed esperienze personali ma tutto è fatto con molta naturalezza ed in modo spontaneo.


Qui ed Ora - In questo momento sono confusa. Sono tornata in Italia per scrivere la tesi e al momento vivo con i miei genitori e mio fratello, cosa alla quale, dopo cinque anni di assenza, mi devo ancora abituare. Penso di dover ancora impegnare e imparare molto per essere soddisfatta del mio lavoro. Per ora la routine è: disegna, sorridi compiaciuta da ciò che hai disegnato e dopo cinque minuti, un'ora o due giorni riguarda il disegno fatto e scuoti la testa accartocciando il foglio. Mi sarebbe piaciuto aver trovato nell'università italiana professori che incoraggiassero i miei punti di forza e mi rendessero consapevole delle mie carenze. Purtroppo questo non è successo, quindi sto cercando di fare l'insegnante a me stessa cercando il supporto e le opinioni delle persone di cui stimo il lavoro e cercando da me gli esempi da seguire.


Futuro - Spero che il futuro mi porti chiarezza. Ora come ora vorrei fare e imparare milioni di cose, quindi non saprei dire dove sarò tra dieci anni, ma spero in uno studio ampio e luminoso con molte piante, intenta a fare quello che amo dal mattino presto a notte fonda. Spero di essere soddisfatta del mio lavoro e quindi felice. Credo di essere molto fortunata ad aver avuto la possibilità di guardare me stessa e il mio paese dall'esterno, ma credo ci siano vari livelli di consapevolezza e che tutto dipenda da se stessi e da come noi affrontiamo le cose. Detto questo, penso che tutte le mie coetanee dovrebbero trascorrere qualche tempo all'estero per eventualmente tornare in Italia consapevoli delle ricchezze da proteggere e di cosa cambiare. 

Per conoscere meglio Giada Ganassin:

* i suoi disegni su flickr
* il suo tumblr
* l'intervista su FrizziFrizzi

SDD


4 commenti:

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