lunedì 14 novembre 2011

Noemi, una Tazzina a Torino

Cara M.,

tu che sei una campeggiatrice, ti sei mai chiesta come ti vedono gli altri, da fuori?
Quando ho letto i raccontini di Noemi Cuffia sul suo blog Tazzina di caffè, ho subito pensato a te. Lei campeggiava in Corsica, ma le sue Camping Tales - oltre ad essere ben scritte - potrebbero essere ambientate un po' ovunque.
Curiosa? eccole:

Camping tales/1
Camping tales/2







Noemi è un'incontro casuale e fortunato sul web. Mi piace il suo stile e il suo punto di vista tiny, che poi è l'aggettivo che lei attribuisce ai suoi piccoli racconti. Scrive di tante cose, soprattutto di libri, e la sua città - Torino - pulsa in tutto il blog.

Leggi un po' in questo post come racconta Torino e la mette in relazione con Murakami Haruki:
"E ora pensavo: qui è Torino, io sono una trentenne, è luglio e sto seduta, bè non su un Boeing 747: su una sedia da ufficio a un tavolino Ikea nel mio salotto. Le bandiere issate agli anonimi edifici accanto al mio sono quelle italiane del 150° e iniziano a ingrigire, ma reggono ancora, dai. (...)
E dunque con quel libro e una finestra e una tazzina di caffè io posso fare quello che voglio.
(Ha citofonato quello della raccolta carta - metto Norwegian Wood nello stereo).
Diventare qualcun altro, di mooolto diverso da me, ad esempio un giapponese, e posso essere anche da un'altra parte, contemporaneamente, come mi pare. Forse non vi dico niente di nuovo: lettori. Ma. Quando ci penso. Se ci penso. Capisco che è magia sconfinata, è incantesimo, è fortuna."
Ed anche qui, Un pomeriggio in biblioteca:
"Ho deciso ieri di prendere il pullman e andare a cercare un'altra biblioteca di Torino, proseguendo così anche nel mio piccolo progetto di visitarle tutte (...). Non cercavo però una biblioteca qualunque. Ne cercavo una che, in particolare, contenesse in sé, oltre a molti libri da leggere gratuitamente, anche quel significato culturale che vi attribuisce Bennett nel suo bel pezzo su Repubblica. (l'articolo completo, apparso sulla London Review of Books: qui).
Quindi allora ho preso il pullman e sono andata a Barriera di Milano - un quartiere in certi punti piuttosto "difficile" della città. Per arrivare alla mia destinazione, la Biblioteca Civica Primo Levi, naturalmente mi sono persa: non ve lo consiglio. Vagavo male in ambasce davanti a scuole proprio nell'ora di punta dell'uscita dei ragazzini, che erano stanchi e in alcuni casi molto arrabbiati: sbattevano le mani contro i cartelloni pubblicitari, sputavano per terra di continuo e insultavano le femmine pesantemente. Difficile intendevo in questo senso: povero, prevalentemente povero e per lo più popolato da extracomunitari. Non pensate però solo a un ghetto, dal momento che le iniziative civili di Barriera sono molte e altrettante le associazioni che se ne occupano, oltre alla circoscrizione che mi pare molto attiva nei limiti del possibile.
Comunque, dopo essermi smarrita sotto un sole che a quell'ora, lo giuro, era ancora troppo estivo, ho pensato che in tutti questi anni transitare dal centro al mio quartiere modesto ma tranquillo e viceversa e basta non è stata una grande idea: avrei dovuto esplorare Torino in tutte le sue parti, molto di più, compresi i lati oscuri, compresi gli angoli remoti. Ora infatti sto rimediando e quando capita vado e guardo cosa succede."
Va seguita, Noemi, se si è appassionati di letteratura e se si ama Torino!

Tazzina di caffè in un modo, Nati per delinquere in un altro: non senti il richiamo? il Piemonte ci dice: tornate, tornate...

4 commenti:

  1. Sono senza parole: grazie grazie davvero! n.

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  2. grazie, il richiamo lo sento eccome... a Torino è rimasta solo una prozia molto malata con cui non ho confidenza ma ogni volta che mio marito ci va per lavoro mi riprometto di aggregarmi e fare esattamente come dice Noemi, perdermi ed esplorare, qualcosa che da sempre grandi soddisfazioni.

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  3. Stima, lo sai che il richiamo lo sento. Per metà sono di torino anche io!!!!

    @ Noemi: i tuoi post sul campeggio li ho adorati, nella loro profonda verità.
    E poi: "quando capita vado e guardo cosa succede" è un approccio illuminante, libero, aperto. Mi piace!!!

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  4. @Noemi: riprenditi le parole, a te servono, tu che le usi così bene :D
    @Cì: ora che sei reclutata, ti invitiamo a farlo davvero, hai sempre punti di vista interessanti
    @Mela: MammaC è là con le braccia aperte, la vedo

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