"A Carnevale, fino a pochi anni fa, era usanza uscire in piccoli gruppi mascherati ogni martedì e giovedì ed entrare nelle case e nei locali pubblici facendo un po' di baldoria: c'era quasi sempre qualcuno con la chitarra, la fisarmonica o il violino; mal che andasse, in tempi recenti, ci si portava un mangiadischi o un mangianastri.
Il gioco consisteva nel non farsi riconoscere, quindi tutti offrivano da bere alle maschere perché, cedendo alla tentazione, sollevassero dal viso il travestimento.
Era bello, sopratutto trovarsi di nascosto a frugare in scatoloni di vecchi vestiti per adattarsi un travestimento...
Intorno al '92/'93 si cominciò ad organizzare la Notte delle Lanterne: ora richiama moltissime persone, attratte sopratutto dalla camminata che si svolge al calar delle tenebre, muniti appunto di lanterne, sui sentieri che da Sauris di Sopra portano a Sauris di Sotto.
Nel primo pomeriggio il "Keirar" passa in giro per il paese a richiamare le maschere: gridando "Geaber, scheamble!" (andiamo, maschere!) e suonando i campanacci che porta appesi alla cinta, avvisa che è ora di travestirsi ed uscire.
Poi ci si trova a S. di Sopra e, dopo la presentazione dei gruppi mascherati e la sfilata per le vie del paese, si parte coi lumi verso il bosco, nel quale si troveranno punti di ristoro con vin brulè e falò e scenette animate con maschere più o meno spaventose.
Alla fine, a Sauris di Sotto, si fa festa mangiando, bevendo, ballando e, finalmente, scoprendo il viso".
Io non amo il carnevale, ma quando ho visto queste maschere sono rimasta affascinata.
Impaurita un po', anche, la maschera mi fa sempre quest'effetto.
Qui a sinistra, il figlio di Noemi che impara a scolpire.
Qui di seguito, invece, alcune fotografie di Ermes Colle, che ringraziamo per averci concesso la pubblicazione.
Avevo scritto un commento, ma si è perso.
RispondiEliminaGli scritti di Noemi sono sempre incantevoli, di infinita purezza. Grazie!
prima o poi lo organizziamo il gitone a sauris!
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